Sin dai primi giorni della vita ogni essere umano è circondato da relazioni fiduciali: senza ancora saperlo, il bambino si fida degli adulti che si prendono cura di lui. Anche in età adulta la vita sociale è una trama di relazioni fiduciali: abitare una casa, prendere un mezzo di trasporto, mangiare in ristorante sono operazioni apparentemente ovvie, che però si basano sulla fiducia reciproca.
“Revisionismo storico”, “nuove narrazioni”, “sindrome del sospetto”, “rottura del patto sociale” sono tutte espressioni e atteggiamenti che stanno entrando nel linguaggio e nella mentalità odierna. In ambito ecclesiale, la teologia da tempo riflette sulla fede come fiducia: c’è un’adesione interiore che accompagna quella intellettuale alle verità teologiche. Ma a volte le delusioni personali e la cronaca sugli scandali nella Chiesa hanno una ricaduta negativa sulla vita di fede dei credenti. Di chi continuare a fidarsi? È ancora possibile investire sulla fiducia in qualcuno? È davvero necessario fidarsi ancora?
L’aggiornamento di quest’anno intende anzitutto documentare i tratti salienti di una società segnata dalla sfiducia. L’analisi degli esperti aiuterà a verificare lo stato di salute delle relazioni sociali, con i rischi che si corrono nel contesto nazionale e internazionale. Inoltre, ci sarà occasione per un confronto che faccia emergere le opportunità per la Chiesa, intesa come comunità di persone in relazione, fraternità di credenti e maestra di fiducia.