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ALBANIA: APPELLO DELL'A.C.I. AL GOVERNO

Fondazione Migrantes

ROMA (Migranti-press) - +I rappresentanti di alcune associazioni e organismi cattolici impegnati da anni in Albania in collaborazione con la Chiesa albanese e con i missionari italiani e negli ultimi mesi anche nei campi profughi per albanesi, riuniti a Roma per iniziativa dell´Azione Cattolica Italiana (Ufficio Rapporti Internazionali della Presidenza nazionale) il giorno 16 giugno per un momento di verifica e di approfondimento sulla situazione e sulle prospettive di un impegno in Albania e in Italia, esprimono le seguenti preoccupazioni e segnalano alcune esigenze:
1. A proposito delle condizioni in cui vivono gli albanesi nei campi profughi.
L´incertezza nel definire il loro futuro, se e quando verranno rimpatriati causa un grande disagio sia negli albanesi, sia nei volontari che si rapportano quotidianamente con loro. Per superare questa situazione è necessaria una costante e chiara informazione e motivazione delle decisioni che via via il governo assume in relazione alla situazione in Albania e al reinserimento dei profughi in quella realtà purtroppo ancora in gravissime difficoltà. Questo per impedire che tutti vivano in un clima di sospensione che pregiudica qualsiasi attività con loro e quella "normalità" già tanto precaria in un campo profughi.
2. A proposito del servizio della forza multinazionale in Albania.
Si nota, da contatti costanti con i missionari che sono rimasti e da visite che alcuni volontari hanno ripreso a fare, che il clima di violenza va aumentando e coinvolge persone indifese, a cominciare dai bambini, e negli ultimi giorni anche i religiosi, finora mai direttamente attaccati neppure dalle bande armate. Si nota inoltre che i bisogni degli albanesi non sono di tipo materiale, ma si concentrano sull´esigenza di sicurezza.
É necessario che gli interventi voluti dalla Comunità internazionale per aiutare l´Albania ad uscire da questa situazione di collasso, anche attraverso il servizio della forza multinazionale, possano concretamente puntare a questo obiettivo primario: garantire la sicurezza dei cittadini, anche con un maggioò numero di nostre presenze, da distribuire in modo più capillare (nel nord del paese, ad esempio la presenza è molto esigua). Questo per favorire un ritorno alla vita quotidiana in cui i bambini possano andare a scuola e uscire di casa per giocare, sia possibile andare al mercato, anche le attività lavorative possano riprendere, senza correre il rischio di essere uccisi o rimanere feriti a causa di scontri ormai "normali" tra bande o per l´uso improprio delle armi in mano a tutti, grandi e piccoli;.