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Disabilità, Contributi dalle diocesi
Il gruppo di coordinamento diocesano
Diocesi di Torino



Ufficio Catechistico Nazionale - disabili e catechesi


ESPERIENZE - SETTORE CATECHESI DEI DISABILI


DALLA DIOCESI DI TORINO


Il Gruppo di Coordinamento
a cura di Carla Daneo


Presentazione


L’attività del nostro Gruppo è cominciata non molti anni fa, nel 1993.
Il problema della catechesi nel campo dell’handicap era sentito nella Diocesi, dalle famiglie dei disabili, dai disabili stessi e da alcuni operatori e sacerdoti ma, certamente, come anche ora, non dalla maggioranza delle persone. Già in precedenza si era tentato di formare un gruppo che si impegnasse in questo settore, ma i tempi evidentemente non erano maturi. Finalmente dopo pressioni delle associazioni è stato fatto un ulteriore tentativo che ha raggiunto lo scopo. Sono state inviate molte lettere di convocazione per un incontro formativo organizzato con la collaborazione della “Piccola Casa della Divina provvidenza” (nota come il Cottolengo).All’incontro non sono accorse molte persone, ma quelle intervenute hanno potuto scoprire la ricchezza dell’esperienza nel campo della catechesi dei disabili da parte degli operatori della Casa della Divina Provvidenza, anche se è un’esperienza maturata e vissuta in una condizione un po’ particolare come sono le strutture in cui essi operano.
La seconda tappa, l’anno successivo, è stata la formazione di un Gruppo di coordinamento che è stato composto seguendo le indicazioni giunte da Roma, confrontandosi con altre realtà in altre Diocesi: si è saggiata la disponibilità di alcuni e si è sollecitata quella di altri più indecisi.
Dal 1995 il Gruppo ha cominciato ad incontrarsi regolarmente proprio al “Cottolengo”. Ora esso è formato da circa 10 persone (2 sacerdoti, un fratello del Cottolengo, rappresentanti di associazioni di disabili o di servizio agli handicappati, genitori di disabili).
I primi incontri sono stati di conoscenza reciproca, di chiarificazione delle rispettive posizioni e aspettative, di presa di coscienza di dover fare i conti con una realtà che noi stessi non sapevamo quantificare e ancora mo
lto da sensibilizzare. Per reperire i dati necessari al nostro lavoro, ci siamo documentati presso il Ministero della Pubblica Istruzione per sapere quali e quanti disabili erano inseriti nelle scuole della Diocesi negli anni 1993-1994. Erano 2616 ragazzi. A fronte di questo dato, ci siamo resi conto che pochissimi erano quelli inseriti nei percorsi di catechesi.
Un terzo passo è stato quello di formulare e inviare un questionario (ottobre 1995), in tutte le Parrocchie, per raccogliere dati, ma soprattutto per far riflettere e sensibilizzare tutti. Inoltre aveva lo scopo anche di contattare altre persone impegnate in questo campo e conoscere le attività già realizzate.
Solo 71 su 357 hanno risposto al questionario e, sia lo scarso numero di risposte, sia il contenuto di esse, ci hanno fatto capire come la cosa principale da promuovere fosse la sensibilizzazione.
Allora abbimo organizzato nell’ottobre 1996 una Giornata di studio, proposta a tutta la Diocesi. P. Laconi, biblista, ha trattato il tema “Quale atteggiamento di Gesù di fronte agli handicappati” e Fr. Marco Rizzonato (del Cottolengo) ha parlato di “Loro e noi: prospettive di reciprocità”. La partecipazione è stata ridotta (40 persone di 8 parrocchie) ma abbiamo comunque pubblicato un libretto contenente gli atti della giornata e l’omelia del Cardinale in occasione dell’annuale celebrazione del Mandato e l’abbiamo inviato a tutte le parrocchie.
Dopo questo 1° incontro, il Gruppo di coordinamento ha pensato di lanciare altre iniziative. La più importante è stata quella di organizzare un Corso base di formazione per “Catechesi-Handicap” nei mesi di gennaio e febbraio sia nel 1997 che nel 1998. I partecipanti ricevono una prima informazione sull’handicap, sulle attenzioni educative necessarie, sull’ortopedagogia e qualche spunto per una corretta metodologia.
L’attività del Gruppo e le iniziative sono sempre state illustrate nel giornale diocesano “La Voce del Popolo” ed è stata questa una occasione per u
lteriori riflessioni. Lo stesso giornale poi, ha dato spazio per allargare la discussione sul problema Handicap anche ad altre tematiche: non ultima quella riguardante le barriere architettoniche nelle chiese e nei locali parrocchiali.


In concomitanza col Sinodo diocesano il Gruppo ha poi lavorato per produrre un documento che è stato illustrato nell’Assemblea sinodale, è stato approvato e ora si trova nel testo delle Costituzioni sinodali e quindi ha acquistato una certa autorevolezza.
Fino ad ora comunque solo il 16% delle parrocchie ha risposto in qualche modo ad almeno una delle iniziative. Sappiamo che il cammino di sensibilizzazione sarà lungo. Tuttavia negli ultimi tempisembra aumentato l’interesse in questo settore: ci sono state più richieste di aiuto all’Ufficio Catechistico riguardanti situazioni di inserimento, più richieste di documentazione e abbiamo ricevuto inviti anche da altre Diocesi limitrofe come Pinerolo e Saluzzo. Ci rendiamo conto però, come Gruppo di coordinamento, di non aver ancora saputo dare risposte chiare per attuare concretamente l’inserimento di disabili nei gruppi di catechesi, come avviene ad esempio nell’ambito scolastico. Sappiamo che alla base ci vuole una competenza relazionale del catechista che dovrà essere aperto all’ascolto, al dialogo, alla flessibilità ecc. Sappiamo però che ciò non è sufficiente ma che dobbiamo tutti inventare nuovi itinerari di fede che si possano inserire nei normali percorsi parrocchiali. Creatività e semplificazione sicuramente avvantaggeranno tutti i bambini e non solo i disabili. L’esperienza che viene portata avanti al “Cottolengo” non può essere trasferita tal quale in una realtà sociale così diversa come la parrocchia.
Rendendoci conto di questa difficoltà, nel 1998, abbiamo costituito un “Gruppo di lavoro” formato da alcuni membri del coordinamento, da catechiste, mamme di disabili, una religiosa, un educatore specializzato, un insegnante di sostegno, una operatrice pastorale, un primario
fisiatra. Il gruppo ha approfondito i temi dell’ortopedagogia ma anche quelli relativi alla famiglia e alla parrocchia.
Lo scopo è di fare un sussidio per le parrocchie che speriamo possa essere pronto per il prossimo settembre e possa essere proposto a tutta la Diocesi.
I capitoli del documento sono:
Il disabile
La famiglia
La Parrocchia
Catechesi e gruppo
Liturgia e Sacramenti


Nel 1998 abbiamo anche organizzato due incontri sulla spiritualità e quest’anno abbiamo interrotto il corso di base per poter invece incontrare di nuovo chi aveva partecipato agli anni precedenti per una serata di approfondimento e verifica. Sono in programma altri incontri su temi diversi, tra i quali “Noi e loro: quale diversità?”, il cui tema viene trattato da diversi relatori sia dal punto di vista psicologico che da quello evangelico.


Prospettive per il futuro


1. Presentazione del documento.
2. Ricercare in ogni commissione zonale un referente laico per tutte le 26 zone della Diocesi, escludendo preti e parroci che abbiamo visto essere troppo impegnati attualmente. In futuro quindi ci saranno due gruppi: un Gruppo di coordinamento e un Gruppo che “opera” sul territorio.
3. Cercheremo di intervenire nei corsi zonali per catechisti.
4. Riproporremo, con cadenza biennale il corso di formazione base, forse un po’ più prolungato sui temi della famiglia e della parrocchia. Ogni anno poi, organizzeremo un paio di incontri rivolti a chi ha già frequentato il corso di base.
5. Contiamo di realizzare un censimento dei gruppi presenti nelle parrocchie che in modi diversi si interessano di disabili per costituire eventualmente un collegamento.
6. La Commissione poi spera di diventare un punto di riferimento e di costituire in futuro una biblioteca un po’ specializzata sul tema, aperta per la consultazione, presso l’Ufficio catechistico diocesano.
7. I membri della Commissione si rendono disponibili ad essere presenti nelle assemblee zonali del clero, per dare il
proprio contributo e riferire le varie esperienze ed eventualmente dare suggerimenti.


Conclusioni personali


Il percorso è lungo e difficile ma val la pena di intraprenderlo con gioia e perseveranza perchè ogni persona impegnata e l’intera comunità possa fare un vero cammino di crescita che sempre, per un cristiano, passa attraverso i seguenti aspetti:
Ignoranza - Conoscenza - Presa di coscienza - Tolleranza - Accoglienza - Inserimento -
Integrazione - Valorizzazione - Fiducia - Amore


La collaborazione e lo scambio fra laici e clero è importante nella nostra Commissione, e lo deve diventare anche sul territorio come pure la collaborazione dei catechisti fra loro e fra questi e gli altri operatori pastorali.
Parlando di Handicap non si può generalizzare: ogni volta è essenziale l’attenzione alla persona e al contesto sociale; tenendo conto di queste componenti si potrà fare un “progetto personale” di integrazione cui tutta la comunità può e deve partecipare.
E’ necessaria una attenzione alle famiglie sia per accompagnarle nel loro cammino faticoso ma anche per formarle a scoprire e valorizzare la vita con il loro figlio disabile, in modo che non si sentano soli nel portare un peso ma anche non coltivino un atteggiamento di continua richiesta e assistenza quasi a dover essere risarciti per la loro sorte, ma sentano di essere stati chiamati a un grande servizio nella società. Far crescere le persone fino a comprendere che dono grande ha fatto loro il Signore nel renderli partecipi della sua croce salvifica. Così anche il disabile stesso è veicolo di salvezza per sè e per gli altri. Le famiglie quindi si sentano portatrici di un valore da non “chiudere” e tenere per sè ma collaborino per l’inserimento, non smettano di lottare contro le difficoltà e riescano a testimoniare che proprio in queste persone incontriamo Gesù Cristo stesso e l’Amore di Dio Padre.